Il vino rosso è una bevanda dalla storia lunga e ricca. I primi vigneti, infatti, risalgono a migliaia di anni fa ed erano conosciuti già all’epoca della Mesopotamia. Nel corso dei secoli la produzione di vino si è diffusa in tutto il mondo e ogni paese ha sviluppato vitigni proprie tecniche di produzione specifiche. In Italia la produzione di vino ha una lunga tradizione che risale all’epoca degli antichi Romani: i nostri vigneti oltre a essere tra i più famosi e apprezzati al mondo, generano alcuni dei vini migliori, dal gusto inimitabile. Il Ciliegiolo è, dunque, uno dei vitigni autoctoni più importanti in Italia e ha una storia molto interessante.
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La storia del Ciliegiolo
Il Ciliegiolo è stato coltivato per secoli e utilizzato per la produzione di vino rosso sin dal Medioevo. Le sue origini sono antiche e incerte, ma sembra che la sua diffusione in Italia sia legata alla dominazione etrusca, che lo importò dall’Asia Minore. In seguito, il Ciliegiolo si diffuse in tutta la penisola diventando uno dei vitigni più importanti del centro Italia, in particolare dell’Umbria, della Toscana e del Lazio. Originariamente, quest’uva veniva utilizzata come uva da tavola durante i pasti principali, ma in seguito è stato scoperto che era ideale per la produzione di vino rosso, ma la sua elevata acidità naturale lo rende perfetto anche per la produzione di vini fruttati e leggeri. Si tratta di un vitigno molto resistente che si adatta benissimo a diversi tipi di terreno, esprimendo al meglio le sue qualità nei suoli calcarei, ben esposti e ventilati. Nel corso dei secoli le uve di Ciliegiolo sono state coltivate in diverse regioni italiane, dove è stato utilizzato per la produzione di vino rosso di alta qualità.